La Chiesa "A Ghiesiella"
... per non dimenticare
'A Ghiesiella" sorge nella zona "Giudecca" (quartiere ove furono relegati gli ebrei) ai piedi della prepositura matrice dedicata ai Santi Pietro e Paolo e deve questa definizione (chiesetta) alle piccolissime dimensioni. Essa, infatti è la più piccola chiesa di Corigliano e fu costruita nel 1681. I locali (uno dove fu eretta la chiesa e l'altro destinato a sagrestia) di forma quadrangolare facevano parte delle pertinenze del Castello.
Di proprietà della Confraternita per come risulta all'ufficio tecnico erariale di Cosenza presso cui sono censiti alla partita n 584, fl. 117, la cui scheda di iscrizione reca la data 1942 e la firma del priore dell'epoca prof. Ernesto Borromeo, sono ad essa pervenuti in donazione da parte della nobile famiglia Compagna. Alla magnanimità del barone Francesco si deve, poi, il restauro effettuato nel 1984 e ricordato dalla lapide posta sulla porta della sagrestia. Si rinnovò, in quell'anno, l'unico altare sul quale troneggia la nicchia ove è collocata la statua della Vergine e fu rifatto il pavimento. Attribuibile al Barone Compagna anche la donazione del bellissimo organo. Esso è collocato in una piccola cantoria lignea sulla quale sono raffigurate le sante Apollonia, Barbara, Lucia e Maria Maddalena. Sulla sinistra per chi entra è collocata la nicchia ove viene riposto il Crocifisso (febbraio 1942), opera dell'ebanista Giuseppe Policastri, discepolo dell'Aragona. Dello stesso autore, collocata sotto l'altare, l'urna (marzo 1950) che custodisce il simulacro di Gesù Morto. Restauri successivi furono effettuati negli anni 1968-1971 dall'amministrazione guidata dal priore Gabriele Sangregorio. In tale occasione il pavimento in marmo di Carrara, a lastroni bianchi e grigi, fu sostituito con l'attuale in granito e la nicchia del Crocifisso abbellita con porfido bianco offerto da un anonimo fedele.
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Nella sagrestia, sul solaio che la separa dalle soffitte, si trovano due bellissimi dipinti, ora rimossi per le infiltrazioni di umidità e destinati al restauro. Uno, datato 1848, del pittore Raffaele Aloisio, raffigura la Vergine col Bambino tra i Santi Agostino e Antonio Abate. L'altro, di ignota mano, raffigura l'Annunciazione. Sulla parte sinistra, un altro quadro, anch'esso di ignota mano, raffigurante "L'Orazione di Gesù nell'orto degli Ulivi". Pochi, ma pregevoli e belli, i parimenti conservati: un parato che comprende: pianeta, manipolo e stola a sfondo bianco e decorati con filatura in oro e foiri color violetto datati 1891 e una pianeta, una stola e un manipolo, anch'essi a sfondo bianco e decorati con filatura d'oro, datati 1892, sui quali è ricamato il nome di "Gioacchino cav. Spezzano", confratello del tempo.
Pianete e stole dai colori violaceo, rosso, verde e un parato nero che, un tempo, si usava nei funerali e al venerdì santo. Poche anche le suppellettili: un calice in argento massiccio e artisticamente lavorato, sulla cui base è incisa la scritta Santa Maria Domina Servorum A.D. 1701; l'Ostensorio, anch'esso in argento, alla cui base è incisa la scritta Servorum Beatae Virgini Civitatis Coriolani 1718; due calici e una pisside; un incensiere sulla cui base è incisa la scritta Sancta Maria Septem Dolorum ora pro me. La chiesa inizialmente era dotata della sola statua lignea della Vergine.
Di manifattura attribuita alla Scuola Spagnola, il simulacro dell'Addolorata è tra i più originali e suggestivi. E' una "Madonna" seduta, in atteggiamento di spossatezza per il dolore, con lo sguardo rivolto verso l'alto, i cui occhi effondono l'espressione più alta dell'umano dolore. Le lacrime sembrano vere e "..guardandola muove a mestizia..". Sul petto della Vergine il "cuore d'oro" coniato con gli oggetti donati "ex voto". In seguito, forse allorquando divenne propagatrice dei riti delle settimana santa, la congrega acquistò i soggetti statuari raffiguranti le arie fasi della "Passio Domini": "Gesù all'orto", "Gesù flagellato", "Gesù coronato di spine", "Gesù caduto", il "Cristo in Croce", il "Cristo morto", "l'incontro con la Veronica", "Gesù davanti a Pilato", "Gesù spogliato dalle vesti" e "La Deposizione".
Dr. Santo Mainieri
Cassiere
Vincenzo Curti
Segretario
Antonio Cardamone
Priore
Don M.sso De Novellis
Sacerdote
Priore